lunedì 31 maggio 2010

LAO TSUN, PISCIALETTO ZEN

Lao Tsun, piscia-letto zen
coglie la rosa rossa
della follia
respira
sgretolando i sensi
come sassi
poi con una pertica
sale sulla schiena
di una nuvola
(la sua ultima occasione
per volare via)

Cavalca Lao Tsun
nel grande galoppatoio del cielo
nel silenzio assordante
vibra solo il suo cuore
(è un diapason
da seguire,
l'unico regolamento
da ascoltare)
senza aberrazione
o maschera da mercante,
senza gloria da cercare,
senza il catetere delle illusioni,
senza frullati di passione;
guarda giù dalla sua nuvola
e non c'è più nessun Lao Tsun
nessun piscia-letto zen
(puoi scrivere l’ideogramma
uomo + nuvola = vuoto)

Lungotevere

Quest'acqua che scorre
come sangue in un'aorta
e te che giochi
arricciando i tuoi capelli

Sono ad un passo
dal fiume
e dal tuo cuore
pronto a tuffarmi
dentro uno dei due

Poi sorridi
ed hai capito
che le mie braccia
sono un nido
che ho voglia di te
che ho atteso troppe vite
il tuo ritorno

Isola di silenzio

Isola di silenzio,
giorno di solstizio;
caro babbo e cara mamma
si vede lontano un miglio
che mi amate teneramente
ma non ci ho mai creduto
veramente.

Isola di silenzio
in mezzo ai flutti
di questo natale
affogato nel cibo;
i miei datteri
affogano nei gorghi
delle mamme annoiate.

Isola di silenzio
e tutto tace.
Lascio il mio fucile
appoggiato
e mi stendo:
sono solo stanco
di essere falso.

venerdì 28 maggio 2010

Olocausto

C'erano fosse aperte
e ossa bianche
sul fronte
e capanne all'orizzonte.
Mio caro amico
vedi il mio cuore
che pulsa di gioia
e su questa guerra
sparge liquidi vivi.

Dico ai morti
di voltarsi e mostrare
il buco nei loro calzoni,
l'orrore del silenzio
inaudito che li copre
e la voce che ancora
vola nel vento
ai bambini ignari.

Il sole in faccia

Non credo di avere
attimi o miracoli
che possano liberarmi
mi basta, per ora
sentirmi,
abbandonarmi al sole
che spesso è velato di umido.

Sento i tuoi passi
e lascio vagare
lo sguardo sui tetti
dove forse ti vedrò
appollaiata,
come un passero
o una strega sulla scopa.

E l'estate poi
arriva:
c'è un mucchio
d'argilla
in fondo alla discesa
e un figlio
stretto nel cuore.

Certezza

Un cero acceso
è l'unica certezza,
e poi il velo anonimo
copre la faccia.
Io pallido mi giro
per guardare la folla
che scalpita dietro di me:
tutti in fila per celebrare
il mio funerale.

giovedì 27 maggio 2010

L'estetica del vento

L'estetica del vento
che ti spettina i capelli
è maggiore di quella
del tuo parrucchiere
che cerca la perfezione
degli schemi
e fa torto alla tua bellezza
che è fatta d' aperture,
di linee in movimento,
di balzi continui nel tempo.

Grigio

L'uomo in grigio
cammina curvo
attraversa la strada
guardingo;
l'uomo in grigio
tiene stretta al cuore
la sua borsa grigia
e la vita che
non osa vivere
non osa aprire

Da anni fa
la stessa strada,
da anni si porta addosso
la stessa maschera grigia
e pensa a sua mamma
alla minestra calda
della sera,
al suo ultimo amore
andato male,
al suo dolore
intercostale.

Fumo

Sono le puntine
del mio cuore
che stonano
e mal si amalgamano
all'odore dei tempi.

Presto incattiverò
e la catasta di libri
verrà giù di colpo
e non mi farò pregare
ad incendiarla:
per cercare di
liberare almeno
un po' di fumo.

mercoledì 26 maggio 2010

Senza vento

Senza vento il mondo
si potrebbe fermare
e credi, sarebbe un segno
che il cielo vuol riposare
se assistere allo stupido
sterminio d' innocenti
è il solo panorama
a cui può aspirare

Ripresa

Vivere un po' così
assaporando
e l'estate regala
sogni incompleti
ma giusti per me.

La pazzia ormai
è un ricordo
stampato su carta
e le luci riflettono
sulla superficie
vetrificata delle
lacrime.

Per oggi basta
con le condanne:
succhio dalla cannuccia
le cose morte
e vado.

Preghiera

Come vertigini
in sospetto di colpa
genufletto in gloria.
La mia stirpe morirà
addolorata e segreta;
voci ansanti di patimento
e legate al palo del sacrificio.

Si mostrerà Gesù
nudo e fermo,
elegante sul suo rifugio
di croce,
libero di volarsene
intorno.
Amara costatazione di oggi
quando leggo di
sospiri abbandonati
sui campi di sterminio
e lunghe catene d'odio
e vivi e morti,
e catrame

Ora,
cammino all'indietro
verso mete sconosciute
da tempi assurdi e teneri
da orrendi visi che
sognano orrori.

martedì 25 maggio 2010

Ripensamento

Un tripudio di maschere
io che guido nel buio
e le pesanti grate
del cielo s'abbassano.

Ho dato un nome alle cose
e loro mi rispondono,
ma vorrei tornarmene
sull'albero dove dormivo.

Vestito

Oggi il tempo incerto
e la neve abbondante
fanno vestito
al destino tuo pieno
di stelle cadute.

Con la mano nella mano
ti seguo giacchè
non conosco universo
e pietà che prega
dentro portoni vuoti
e scalzo m'avvio
sul vetro aguzzo
dei cammini santi.

Sicurezze

Le sicurezze sono incendiate
insieme alle porte d'uscita:
l'unica via è scontrarmi
con la mia stessa faccia.

sabato 22 maggio 2010

Pessimismo

Ho temuto di perderti
quel giorno in cui
mi sono perso io:
incatenato in pensieri
grigi dove l'amore
era un sassofono
stonato
e i gerani sul davanzale
assomigliavano a lingue
smorte della casa.

***

Nel crescere
vedo il crepuscolo
delle mie vecchie idee.
Ho propiziato
la luna
che splendesse
sulle cose morte
giù in autostrada

***

Nel giardino dei sensi
un usignolo canta solitario.
Mesi e mesi di silenzio
hanno lasciato ghiaccio
e semi non cresciuti.
Piccolo animale tenero
solo il presente non ti ferma
e lasci che la scia
del tuo odore
inondi la foresta.

venerdì 21 maggio 2010

***

Lascia che il tuo cuore
bruci di rabbia
e possa fuggire,
che s'indurisca e si rilassi,
che rotoli sulla sabbia dell'ego
senza impantanarsi,
che gridi, che danzi
come quello
di un bambino

***

Insistenti ombre
lunghe che si
aprono sul bosco
e io sono
l'incredibile
sorriso del vento

***

Stai appresso a me
col tuo cuore che pulsa
abbandonato
e io mi volto e non ti vedo
nera su fondo nero
bianca su cielo
immacolato.
E' un giorno
qualunque,
uno dei tanti
che vanno via

giovedì 20 maggio 2010

***

Convivo con l'idea
di un mare meno inquinato,
di un cielo puro
che lasci scrivere
un sogno.
Convivo con l'idea
di metter mano ai pensieri
e di spegnerli
come una candela:
per non farli comandare
sulle emozioni

***

Alle volte un volto
appare tra mille
e si illumina
tra gli idioti
e io sorrido
come se avessi visto
Dio o la Madonna

***

Una sera a cena
mi hai detto che
basta,
avevamo rotto i piatti
del servizio migliore,
i giochi erano finiti,
le bibite esaurite.
Il conto era salato-
almeno per me-
e la macchina per poco
non sbandò in curva
riuscii comunque a
ficcare la chiave nella
toppa e ad andarmene
a dormire

mercoledì 19 maggio 2010

***

Portatori d'acqua
annunciano disastri;
gioie di quei giorni
in cui ti guardavo
dormire sul letto
dalla mia finestra
Ostie imbrattate di sogni
e vicine pettegole:
basta con i vermi
nel formaggio
ho già dormito abbastanza
da tenermi la pancia:
vado giù e libero
ciò che va liberato.

***

Un certo tempo
in un certo luogo
la terra è stata fertile
e buona;
il fiume la inondava
fecondandola
e la terra gravida
sfamava i suoi figli
Un certo tempo
in un certo luogo
il sole crebbe a dismisura,
la terra aprì le sue fauci
liberando scheletri
e saltellanti insetti;
crebbe il fiume fino
a strozzarsi
e caddero
i figli della terra

***

Ore di buio
completo.
Sinteticamente
livellato il mare.
Come d'incanto
esco e vado.
Nel sole soltanto
le mosche.

martedì 18 maggio 2010

***

Vittime di questo
luglio da leoni
se vuoi
condire
i tuoi giorni magri
con lieti fini,
divertenti,
sintonizzati con la
noia apatica
e vedrai schiudersi
porte anonime
mai notate.
Conducono al vertice
della piramide
sulla quale danza
nuda
la vita che ti
aspetta.

***

Isolato nel bosco
scarto i pezzi migliori
e mangio il resto
pensando di riempire
un vuoto che in realtà
non c'è.

***

Un crescendo di urla,
di voci in questo
assurdo manicomio
che vive di salti
in territori strani,
inesplorati.
Vuoi seminare
terrore
per raccogliere
poche briciole
d'ascolto.

lunedì 17 maggio 2010

***

Invecchiare come
un buon vino
e stendersi al sole
a raccontare le proprie
vicissitudini.
Il tramonto ha il suo fascino
e fa arrossire
anche le cose più serie.

Tivoli 15 maggio 2005

La natura lascia
scrivere su di sè
tutti i versi del mondo
e ti accoglie
nel suo grembo
sempre gravido di segni.
In cerchio
abbiamo creato un filo
che univa
la difficile bellezza
del vivere
le nostre storie diverse,
lo abbiamo dipanato
come rosario
timorosi
e consci
di stare attraversando
un terreno sacro
che esigeva la nostra
completa nudità.
E' in quello scorgersi
così uguali,
nell'urgenza di dire
le cose che voce non hanno,
di farle rimbalzare
tra le pareti trasparenti
del cielo,
che le solite domande
riavevano un senso:
perchè scrivo?
cosa sto cercando?

Mammina

- Mammina, mammina
ho pulito tutto per bene
- Bravo, ma c’è sempre
qualcosa di sporco

- Mammina, mammina
ho fatto come dicevi tu
- Bene, c’è solo una legge
tu seguila sempre

- Mammina, mammina
mi esce il sangue dal naso
- Non vedi che stai sporcando
la camicia nuova?

- Mammina, mammina
ho mal di pancia
- Non è niente, la mamma
soffre più di te

- Mammina, mammina
non riesco a parlarti
- E’ solo mal di gola.
Prendi le pastiglie

- Mammina,mammina
credo di odiarti!
- Impossibile!
Sono la tua mamma!

- Mammina, mammina
sei morta, come faro?
- Non preoccuparti
ti guarderò dal Paradiso

domenica 16 maggio 2010

***

Un fiore, un sasso
una giacca buttata lì,
un viso sereno
al sole d'autunno.
Non serve altro.
C'è pure la musica:
un canto di grilli.

Un giro di valzer

Piuma che voli
tra le mie braccia
nel giro
di un valzer
ci perdiamo

sogniamo
di istanti
ancora da vivere
e tutto è leggero
d'estasi libera

verde e turchese
col nero
screziato d'ambra
e seta
lasciano tracce

di gioia
che puoi morirne,
su tappeto
di musica
come scroscio
allegro di torrente

venerdì 14 maggio 2010

Padre

Ho posato la mano
sul tuo viso
padre
ho capito quello
che non sei riuscito a fare
e quello che hai fatto
erano segni
gesti
che io non codificavo:
tu vivevi per amare
e liberarti
io cercavo solo scuse

Il tempo non esiste
siamo vittime
di un male invisibile
che ci porta
a correre
in quattro diverse direzioni
e non riusciamo a lasciare
che tutto ritorni
in un giro completo
di ruota

Hai profumo di legno
appena tagliato
rimani con me
anche oggi
l'orizzonte è viola
per un nuovo tramonto

Il ritorno

La notte dorme sul greto,
il mio fiume mormora
ancora non si tace.
Fra poco il giorno annienterà
quest'atmosfera magica:
stavo a poco a poco
entrando nel gioco,
scoprendo le regole.
Il bel tempo lo so che
m'accompagnerà
nei cespugli di rose
e il fermento dei petali
mi darà nuove soluzioni
alle scoperte future,
ma ora è il tempo del ritorno;
il giorno vela ancora i tronchi,
gli spini sono ora visibili
tra i canneti vivi.

Il colore della sera

I silenzi degli alberi
si fanno seri quando
il colore della sera
annuncia che il giorno
è finito.

Piccoli topi bianchi
mi accarezzano le mani
tutto si avvolge di tenebra
e si distende
pronto a dimenticarsi
di essere o di essere stato

giovedì 13 maggio 2010

Piccolo fuoco

Ti muovi su tacchi alti
e vedi il mondo a distanze
a cui non sei abituata.
Ti lasci andare sulla sedia
esausta e delusa
non avendo pacchi da portare.
Apri la finestra per rubare
quel poco d'aria che ti è
concesso rubare
e abbandoni la mano tra le mie
sicura di trovare un rifugio
un solo piccolo fuoco acceso
pronto a divampare per te.

Così ti vedrò

Così ti vedrò
attraverso il fondo
di un bicchiere ormai vuoto,
attraverso le lenti sfocate
di un pazzo che brinda all'amore perduto.

Sarò bottiglia semivuota di vino tra le gambe
candelabro delle mie notti scure,
sarò voce afona che grida
e i sandali vuoti dei viaggi inutili.

Berrò ancora affogando i sensi a piccole dosi
e come onda l'ebbrezza farà di me
naufrago e portatore di messaggi improbabili.

Agli angoli degli occhi

Appena in tempo per assistere
al miracolo del tuo sorriso
elegantemente sfoggiato
come ad una festa
e non è banale dirti ti amo
quando sul mondo piove
speranza di rinascita e guerra

Amo quel tuo modo di essere
il tuo copriletto di spugna
la tua vestaglia abbandonata
le tue notti a mangiare
racchiusa in pensieri segreti
e le briciole di amori infranti
che hai ancora attaccate
agli angoli degli occhi

mercoledì 12 maggio 2010

Noia

Noia
emergo dalla noia
infangato
distrutto
e tutto per
l'urgenza necessaria
della fuga da me stesso

Il barile fradicio
delle parole futili
si sfonda sempre
matematico
ma la noia
lo riempie
fino all'orlo
poi...
si ricomincia

Profumo di zagara

Profumo di zagara
e odore pieno di mare
ricordo
il sorriso
il viso
il far l'amore
l'abbandono
insieme nel sonno

Ora il vento
spiegazza
i giorni stesi
e ti guardo
nuda sul letto
versare
brandelli di vino
nel torbido

Ore 22

Una luce si spegne
interno vuoto
saliscendi di tapparelle
i suoni del silenzio
nel buio

I vertici
ipnotizzano
puntano a certezze
non esaudite
come topi
rosicchiano
i tacchi a spillo
del Sé

e questa incontinenza
di sentimenti
si esprime inaudita
ombra di vecchie foto
bianco e nero
inscatolate

Vorrei che il sonno
piovesse sugli occhi
che questo continuo
temporale smettesse
ma ho manette
e vetri ai polsi
e stanchezza tanta
di battaglie vuote
contro fantasmi
di sempre

Lascerò uno spiraglio
a questa malinconia
che la luce domani
possa rischiarare
un senso altro
al verbo
sperare

martedì 11 maggio 2010

Anima

Vedrò
attraverso spazi immensi
la tua anima
volteggiare irrequieta
su storie
e i silenzi
tra le pause

Non hai paura ora
ti alzi leggera
nel vuoto
pensando pensieri
muti
sedendo
sui
tuoni
come angelo
libero

Roma

Mi dai vita
se giro quell'angolo
se tralascio
di guardare
la lattina ammaccata
e il nero sui palazzi.

Mi dai vita
quando guardo
giù dal ponte
nei giorni
del silenzio festivo

Nell'acqua scorgo
ombre
arabeschi d'idee
abbandonate
vicino ai sogni
e colgo frasi
dal passato

Mi da vita
quel tuo cuore
aritmico
e la geometria
delle cupole
quel tuo farti bella
la sera nei vicoli

Mi dai vita
nonostante tutto
il caos
e la mia voglia
di fuggire

Ho provato

Ho provato ad immaginare
seduto in fondo
un vortice maestoso
che mi prendesse
in ali da gigante
e sparpagliasse
assi inutili
al di la del mare

in mezzo ai flutti
navigare
beatamente
con un crescendo
di vele imbracate
di gelidi nidi
da lasciare

lunedì 10 maggio 2010

Aghi di pino

Camminare sopra aghi di pino
protendere le braccia
salire poi sulla collina.
Da qui il mare si vede
striscia blu e verde smeraldo
e ne arriva il profumo
mischiato al silenzio del posto.

Vista da qui la mia vita
è uno scherzo di un attimo,
vista da qui sono un burattino.
Mi siedo e tolgo le scarpe,
gli aghi mi trafiggono
i punti che non ho mai toccato
e lascio che il sole indaghi
e cauterizzi i resti che rimangono
da rimarginare.
Prego e mi rimetto
al così sia.

I miei autori preferiti

I miei autori preferiti
sono quelli con i guanti
macchiati di sugo e rabbia
quelli che hanno denti cariati
e il sorriso luminoso
quelli che gemono quando
sentono i gatti passare sul tetto

I miei autori preferiti
si guardano le scarpe
quando non hanno niente da dire
raccontano stupidaggini
ed eleggono a musa
l'orchidea nel vaso del vicino

I miei autori preferiti
si fanno schermo con le mani
per non vedere il mondo
nel suo splendore più cupo

Il colore della sera

I silenzi degli alberi
si fanno seri quando
il colore della sera
annuncia che il giorno
è finito.

Piccoli topi bianchi
mi accarezzano le mani
tutto si avvolge di tenebra
e si distende
pronto a dimenticarsi
di essere o di essere stato

domenica 9 maggio 2010

VOCI

Voci di ospiti
voci di terre
di mare che
sbatte la riva
voce di donna
viso di malinconia
bianco pallore
d'assenza
voci di noie
che arrivano
subito decise
voci vibranti
di voli di gabbiani
voci nere
voci tonde
voci

Amnesia

Amnesia, puttana del silenzio
hai lasciato morire i germogli
con il lusso aberrante
della dimenticanza
hai preteso e voluto
ignorare
i morsi atroci del dolore
i ricordi negativi
stipandoli in una sacca
che preme sul respiro

Tramonto sul lago

Prima di ogni cosa
avevi pensato
a vestirti
a mettere i tuoi sandali comodi
a pettinarti
poi ti ho vista
al tramonto
che guardavi lontano
il tuo profilo
il collo
il respiro leggero
la brezza fresca
che sale dal lago

Pensavi a qualcosa di sublime
o forse ai cerchi increspati
che disegna l’acqua scura
o agli aironi che ti volarono accanto
quel giorno della pazza corsa
tra i canneti
pensavi e non mi vedevi
eppure da bambini
giocavamo ad appenderci
ai rami della quercia
prendevamo lucertole
e vedevamo il sole spegnersi

Non ti ho vista mai così
sei seria
quasi aliena
i tuoi gesti sanno di morte
i tuoi piccoli piedi
rabbrividiscono
senza più gelarsi
tra il lago e te
c’è un ponte
un passaggio
che non conosco più

sabato 8 maggio 2010

Dispetto

C'è una freccia spezzata
e un bel libro
con la copertina
gialla e blu
un piccolo geco
si arrampica
sul muro dell'idiozia

C'è un vecchio curvo
un poeta morto
un gallo senza gambe
un tozzo di pane
una scimmia imbalsamata
una tigre
un chicco d'uva senz'osso
un occhio di bue che guarda il cielo
un foglio di carta calpestato con orma di scarpa
un pompiere con il fuoco in gola
un piccolo topo bianco
una cimice
un cervo zoppo
un litro di vino raffermo
una pistola
un dilemma irrisolto
un vestito di donna
una scatola per fermare gli attimi
un gorilla o un cervello usato
un lecca lecca verde pisello
un plasma sanguigno
un giaguaro al galoppo
un tizio piuttosto bizzarro
un gendarme con Pinocchio annesso
un grande arcobaleno
un legno e un'amaca
un sole disegnato
un litro di fiele
un paio di occhiali prima misura da orbo
un sigaro
uno stratagemma
un conto totale da battere a macchina
diversi suoni bicolori
tutto ciò l'ho visto
in uno strano sogno
ad occhi aperti

Milioni di oggetti
si perdevano nel cosmo
come proiettati
attraverso gli anni
le epoche storiche
milioni di anime
li possedevano
o li avevano posseduti

Ora come reliquie
di un'immensa scrivania
dove tutti mettono le mani
erano persi nel cosmo
per un dispetto
una distrazione

Qualcuno li voleva
li richiedeva a gran voce:
"Archetipi dell'umanità
non potete disperdervi così
come farfalle
non c'è molto tempo
e non mi è rimasto niente
nel mio sacco
ero pieno d'amore
ma un giorno caddi
uscì molto sangue
gorgogliò in gola
la terra non aveva
mai tremato così.
Mi rialzai e mi sentivo
un peso al cuore
la patria sparita
il cielo caduto
nemmeno una piuma d'angelo
per calmarmi.

Mi recai dal diavolo
sotto montagne innevate
da letti sfatti
e restituii il maltolto:
l'anima di cui avevo gioito
mi fu strappata
arrotolata
e buttata giù
nello strapiombo eterno.

Perciò cose mie
non andate via
altrimenti un pezzo di me
non avrà più pace
la pena innalzerà
la sua bandiera cristallina
e il mio mare perirà.

Non avrò luogo
o terra dove posarmi
dal mio stanco volo
non avrò donna d'amare
fiori da odorare e piedi
non avrò gigli
e cavalli sulla sabbia
cose restate!"

Questa fu la preghiera
del sogno
o del sognatore

La verità

LA VERITA'

La verità
è quella che esce
alla fine.
Provi a dire,
a fare cose
in cui non credi,
a dipingere
mondi spettrali
solo per
poterci ruzzolare
dentro
fingendo di starci bene.

La verità
è quella che scrivi
alla fine.
Senza saperlo
non riesci a barare,
ti spogli
pensando di vestirti,
ti incateni
pensando di liberarti,
ti odi
pensando di amarti.

Stammi vicina

Stammi vicina,
ma non troppo.
Non sopporto
che m’abbracci
nel letto
mentre sogno.

Stammi vicina
ma non più del giusto.
Fammi sentire
i tuoi capelli salati
e le storie
che raccontano.

Stammi vicina,
ma non entrare
nei mie pensieri.
Voglio guardarti
camminare come sai:
danzando.

Stammi vicina.
Senza di te
non avrei acqua
da bere,
voglia di proseguire
sul filo

venerdì 7 maggio 2010

Possibilità

Le linee tracciate nell’aria
dalle mani danzanti
fermano simulacri di possibilità

Nei respiri trattenuti
nei silenzi smarriti
nelle parole non dette
si occultano strade non calpestate
bivi non girati

Aspetti tragicomici di un uomo

Aspetti tragicomici di un uomo
silenzioso, quasi ottuso
nei suoi sandali ovattati
scivola lento dal bagno alla cucina
veste i logori panni
sudati di quotidiana vita
e sogna estati morte
montagne da scalare.

Sosta

Il tuo amore giace su di me
imperfetto e gentile
come petalo staccato
da una rosa umida, rara

Appendo al tuo cuore
il mantello del viaggio:
rimango qui a vedere
dove il bosco limita la vista,
ma non posso che pensare
alla nave che salpa e al mare agitato
che la chiama

giovedì 6 maggio 2010

Autunno

Autunno
di cielo punteggiato
di ghiaccio

colpo d'ala spezzato
d'uccello caduto
tra latrati di cani

odo
lontani richiami
e l'aria frizzante
smuove ricordi
imbullonati
nel binario del tempo

Mare

Ancora una curva
ed ecco il mare
intorno a strisce di terra
spettacolo esaltante
mi toglie
per poco
l'ansia del viaggio,
dimentico la paura.

Sono venuto
per conoscere i tuoi
seguendo l'istinto
dell'amore.

C’è mare
ovunque
e sole dentro gli occhi,
in fondo alle pupille
di tuo padre
con i suoi discorsi
diretti e limpidi
anche quando e muto.

C'è mare
in tutta questa città
così diversa dalla mia:
indifferente metropoli
coperta di sabbia.

M’innamorai

M’innamorai.
Dopo interminabili giorni
di croci e solitudini
non avevo altro con me che
le solite piccole cose scolorite
e canti di amare foreste.

Non avevo altro
che le mie mani,
lacci emostatici sul dolore,
premute sul punto
più dolente dell'anima.

M’innamorai.
E il mondo cambiò,
i colori divennero vivi,
le cose potevano stare
in bilico sull'orlo del mondo
senza cadere.

mercoledì 5 maggio 2010

ANGELI

Vagano nell’aria gli angeli intossicati
dai silenzi degli amanti
seminano piume d’ostia
determinano
incroci nuovi di destini,
proteggono le mani di chi si stringe
su roccia a picco sopra visioni
interiori.

SORELLA

Le gemme non sono tutte uguali
alcune rimangono sull’albero
a guardare giù l’abisso lontano

Tu sfidi il mondo con le tue paure
tu sfidi il mondo piatto della normalità
apparente tu sfidi te stessa
a capire

FINO A QUANDO

Fino a quando il tuo vestito leggero
sarà brezza al vento
vivrò per aspettare un silenzioso cenno
e tutto cadrà come neve
riempiendo di una coltre ovattata
il mattino

martedì 4 maggio 2010

eric clapton - before you accuse me

CHI

Chi porterà via il tuo freddo cappotto grigio
d’inverno e di pioggia;
chi torcerà finalmente la coda alla cometa
(succo di stella iridescente);
chi avrà il coraggio di affrontare da solo,
a mani nude, il minotauro che vive
negli antri oscuri dell’anima;
chi odierà con il cuore;
chi permetterà al vicino di toccarlo;
chi si denuderà e, pazzo, berrà acqua di fonte;
chi s’alzerà bestemmiando;
chi ammetterà di aver fallito;
chi avrà il coraggio, soprattutto,
d’esser felice?

COME SAREMO

Ci pensi come saremo tra vent’anni?
Quello che siamo ci guarda dallo specchio.

Lenta la mano t’accarezza:
vuota d’affanni ti vorrei
nuda e fresca

Linee curve s’aprono al di là
di una finestra:
colline e silenzi incombono

E noi qui persi nella tua terra
tra pantani e l’argilla
foreste nere e aride steppe
aspettiamo

MI MANCHI

Mi manchi amore

beatamente tiepida di luna
gemma distratta
vesti il vestito del mare d’autunno
del caldo afoso del meriggio
sei linea forte solo teneramente presente
in mondo affamato

l’amore non ha che il tuo viso
l’amore che chiedevo e temevo
fammi gemere nel sonno di te
chiedimi notizie del tuo cuore innevato
sussurrami parole che i melograni conoscono
gestisci tu il silenzio e i sospiri

lunedì 3 maggio 2010

Jerusalem

Sono tra le dune.
Sole e sabbia e la mia ombra,
odore di sangue
tra le labbra.
Il vento qui
mi spinge, inesorabile,
verso un abisso oscuro.

Mi hanno accolto
da vincitore,
ma ero solo un animale
spaventato e confuso.
Mi hanno festeggiato,
ma avevo tra le mani
la morte:
avevo ucciso
ed ero morto anch'io.

Ho in me una voce
che mi spinge all'odio:
è la voce di mio padre,
della mia gente,
ma non è la mia Voce.
E' una voce forte,
martella la testa,
restringe le vene.
Parla di Dio,
della sua inesorabile legge,
parla della razza,
dei morti innocenti,
ma non è la mia Voce.

Nel silenzio assoluto
il sole mi asciuga
l'anima irrequieta.
Qualcosa è cambiato.
Mi aggiro tra la sabbia
senza più la mia ombra.
Guardo le mani:
riesco a vederle pulite.

La bellezza

La bellezza
ha un viso e un volto
un colore
un profumo
mani e piedi
gentili

La bellezza
ha linee
scure
su fondo blu
iridi sature
di mare spumoso

La bellezza
ha capelli e
labbra
di cristallo
cavalli al galoppo
nel cuore

La bellezza
si nutre
di luce e colore
ha petali
di ninfea
sull'acqua viva

La bellezza
la vedo
quando ti guardo
quando ti tocco
quando ti amo

In viaggio

L'estate era già arrivata
con i suoi frutti maturi
ed i segni indelebili
del tempo
lasciavano solchi sul viso.

Troppe cose aveva già visto,
tante cose vissute,
il suo cammino però
era dritto,
il passo sicuro.

Niente incertezze:
le paure calpestate,
i dolori assorbiti,
i mali guariti,
le ossa saldate.

In viaggio da sempre,
da quando era nato,
senza meta,
senza tetto,
senza terra sua.

L'estate o l'autunno
non fa differenza.
Ormai troppo stanco
pure per pensare
s'addormentò sotto un platano.

Si destò stralunato:
aveva sognato
di genti e paesi
visti o non visti,
vaghi.

"Sono fatti d'ombra
i sogni" pensò,
poi guardò indietro
e rivide
la sua vita:

Il sentiero già fatto
appariva rude, scarno.
Pietre aguzze
affioravano
tra pozzanghere fangose.

"Il tuo cammino
è segnato.
Guarda avanti
senza rimpianti"
E cominciò a camminare.

Dietro la montagna
il sole si alzava:
La notte
cedeva il passo
alla luce risplendente.

E lui non vedeva l'ora
di arrivare lassù
per sapere cosa ci fosse
alla prossima svolta,
al di là della rupe.

Emersione

Peccato che sia così facile amarti avrei voluto soffrire almeno un po' conquistare dentro di me quel grumo duro ammorbidendolo di te inv...