sabato 8 maggio 2010

Dispetto

C'è una freccia spezzata
e un bel libro
con la copertina
gialla e blu
un piccolo geco
si arrampica
sul muro dell'idiozia

C'è un vecchio curvo
un poeta morto
un gallo senza gambe
un tozzo di pane
una scimmia imbalsamata
una tigre
un chicco d'uva senz'osso
un occhio di bue che guarda il cielo
un foglio di carta calpestato con orma di scarpa
un pompiere con il fuoco in gola
un piccolo topo bianco
una cimice
un cervo zoppo
un litro di vino raffermo
una pistola
un dilemma irrisolto
un vestito di donna
una scatola per fermare gli attimi
un gorilla o un cervello usato
un lecca lecca verde pisello
un plasma sanguigno
un giaguaro al galoppo
un tizio piuttosto bizzarro
un gendarme con Pinocchio annesso
un grande arcobaleno
un legno e un'amaca
un sole disegnato
un litro di fiele
un paio di occhiali prima misura da orbo
un sigaro
uno stratagemma
un conto totale da battere a macchina
diversi suoni bicolori
tutto ciò l'ho visto
in uno strano sogno
ad occhi aperti

Milioni di oggetti
si perdevano nel cosmo
come proiettati
attraverso gli anni
le epoche storiche
milioni di anime
li possedevano
o li avevano posseduti

Ora come reliquie
di un'immensa scrivania
dove tutti mettono le mani
erano persi nel cosmo
per un dispetto
una distrazione

Qualcuno li voleva
li richiedeva a gran voce:
"Archetipi dell'umanità
non potete disperdervi così
come farfalle
non c'è molto tempo
e non mi è rimasto niente
nel mio sacco
ero pieno d'amore
ma un giorno caddi
uscì molto sangue
gorgogliò in gola
la terra non aveva
mai tremato così.
Mi rialzai e mi sentivo
un peso al cuore
la patria sparita
il cielo caduto
nemmeno una piuma d'angelo
per calmarmi.

Mi recai dal diavolo
sotto montagne innevate
da letti sfatti
e restituii il maltolto:
l'anima di cui avevo gioito
mi fu strappata
arrotolata
e buttata giù
nello strapiombo eterno.

Perciò cose mie
non andate via
altrimenti un pezzo di me
non avrà più pace
la pena innalzerà
la sua bandiera cristallina
e il mio mare perirà.

Non avrò luogo
o terra dove posarmi
dal mio stanco volo
non avrò donna d'amare
fiori da odorare e piedi
non avrò gigli
e cavalli sulla sabbia
cose restate!"

Questa fu la preghiera
del sogno
o del sognatore

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