E' qui che sverno
come gli uccelli migratori
poso le mie ali
sul comò
e mi riposo
parlo col padre di mia moglie
che sei volte è rinato
e ha negli occhi
il verbo
che aleggia sereno e tenebroso
sul mare calmo dello stretto
Vengo qui e mi riposo
ricarico le batterie
col sole e i dolori
del sale
riscopro il calore
di essere tanti a tavola
di partecipare ad una festa
e alle cinque di mattina
dalla terrazza guardo le luci
il cielo di Sicilia e Calabria
confondersi col mare
e il sole dietro
la montagna
che s'infila nel nuovo giorno
Non ho pensieri stamattina
come un nuovo Adamo
rinasco fresco
battezzato dalle auto
dell'autostrada e dal vento
che placa il caldo per poco
proprio sul principio dello
sfrigolio sabbioso d'Agosto
Non so come mi ritrovo
a scrivere con allegria
dopo tanto tempo di paura
di perdere di significato
ora mi sento padrone
di queste case sotto di me
di questo panorama
della mia smania interna
che vuole pace ma anche guerra
che mi spinge a riprendere
quella noia amata
della solita vita invernale
e fredda
lontana da qui per ora
Io Padre Orso qui a Reggio
perdo un po' il pelo
dimagrisco i pensieri
mi faccio piccolo e grande
mi inchino a questa città
questa gente
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