giovedì 12 dicembre 2019

Trincea

L'umidità ci trapana le ossa

ogni tanto guardiamo oltre

a scrutare il nemico nascosto

oliamo le armi, spariamo e un'eco risponde

va avanti così da giorni, da anni

e non ricordiamo esattamente quando

ci seppellimmo qui dentro senza bara

quando qualcuno ci disse di andare

abbracciare le armi che la guerra

era da fare, qualcosa c'era da perdere

molto da guadagnare.


La stanchezza ci ha preso dentro

non possiamo più continuare

siamo quattro o cinque che hanno ceduto

buttiamo le armi, ci spogliamo

le nostre mani sporche

la nostra faccia di nerofumo

ha brandelli di carne che cedono

il coraggio ora è di attraversare

nudi la pianura, oltre la trincea

il coraggio è andare di schiena

senza guardare, senza sperare


mercoledì 17 aprile 2019

Mondo poetico

È solo

un mondo poetico 

il suono del mio nome 

mia mamma 

che mi chiama 

i volti di loro tutti 

cari, odiati, amati

personaggi 

e la scia di lumaca 

flebile 

davanti a me 

seguo

come affascinato 

senza guardarmi intorno 

senza troppe paure 

come un pazzo 

ma era ed è 

il mio mondo poetico 

la vita mia 

che si svela

poco a poco 

teneramente 

 

lunedì 17 settembre 2018

Aviatore

Albeggia, io non ci sono

ho lasciato involucri vuoti 

e abiti che stanno in piedi 

mi resta un grumo 

di dolore e qualche brufolo 

da lavar via 

ma le paure stanno 

attente a non parlare 


da quassù vedo tanto

vedo tutti i torti e

le grandi illusioni 

vedo amori fasulli 

grossi drammi

che gridano, che fanno 

di tutto per essere 

ascoltati

da quassù parto

di nuovo per un viaggio 

ma cosa perdo?

cosa non ho?

Non mi serve niente 


lunedì 12 settembre 2016

Rimani

Hai azzannato l’anima

E la tieni stretta

Col mio cuore pesante

Che gronda

Rimani

Non posso perderti

Sei la mia cometa

Incatenata alle stelle

Una storia affogata

Un pezzo di tenerezza

martedì 2 agosto 2016

Spelonca arroccata

Spelonca arroccata

Sul mare di notte

Bicocca silente

Le onde scompigli

Monda l’anima

Impigrita d’aprile

Riemergi dai flutti

Di questa città marina

Che ride dei nostri conflitti

Che sparisce gentile

Nei relitti sconfitti


Poche lune son passate

Amareggiate nei paraggi

La piaga non c’è a morire

Resta legata al sedile

Dei resti incartati

Dai procedi, dimentica

Il posto non era qui

Ma dietro quella palma

Si celebra la morte del sole

E cadaveri portano lontano

L’odore del mondo ferito


Comprendi ora figlio:

Il cesto delle more esiste

Ma la mano non tocca

venerdì 1 luglio 2016

Poca terra

Questa poca terra

porta secchezza

e triste perdita

si insinua nelle dita

e le mie piccole

elucubrazioni

amano stancarsi

vivo ora

di rimorsi di

"se avessi potuto farlo

forse non sarebbe..."

ma son così,

nato o diventato,

e non fuggo

sono qui da solo

davanti a questo specchio

e difetti non vedo

solo tracce,

un sentiero

una storia

che comincia al mattino

e si perde pian piano

con la stanchezza

spesso amara della sera

quando ricomincia

il gioco al massacro

quando ripenso

sempre più inutilmente

a ciò che poteva essere

e non è mai stato