sabato 1 aprile 2023

Ragione infinita

Ci hanno relegato

Nella nostra nudità

Ed io che reclamo

Un vecchio debito

Una mancanza

Quando la distrazione

S'è fatta beffe dì me

Ero straniero

Nella mia terra

Volevo un sorso

Di latte buono

Ero indifeso

Ma già grande

Lottavo

Avevo un obiettivo

Scoprire la pasta strana

Di cui ero fatto


Quando scesi

Su questa palla azzurra

Un angelo mi portò

In groppa

Mi mise nel focolare

E il fuoco mi cauterizzó

Il piede destro

Necrosi totale

Disseccai

Come in catene

Era difficile parlare

Gli altri, elementi estranei

Avvoltoi nemici

Termini di paragone

Mi condannai senza pietà

Lo strano ero io

Con il ribrezzo delle croste

Trovavo una barriera

Il muro

Ma l'angelo mi guardava

Mi guidava ed io seguivo


Marco, Marco, Marco

Un nome che non conosco

Ancora adesso non so

Mi fa effetto strano il suono

Non ho nome piuttosto

Tendo all'anonimato

Ed è forse errore mio

Ma definirmi mi uccide

Non è la stabilità

La mia dimora

Piuttosto questo girovagare

Chiedermi, lucidarmi le scarpe

Ogni volta sporche di fango

Trangugiare veleni

Per riprovare a partire


Il tema è sempre quello

L'amore 

Lo sento così fragile

Sto attento, mi muovo piano

È la ragione infinita

Per la quale vivo

Cerco di non fissarlo troppo

Si sciuperebbe

A volte lo osservo 

Attraverso uno specchio

La sua sfericità

Mi uccide d'estasi

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